La nuova Disciplina della Crisi d’Impresa

La nuova Disciplina della Crisi d’Impresa

Crisi d’Impresa: scopri tutte le novità con Alfa Group e DocFinance

Alfa Group in collaborazione con DocFinance organizza il webinar “Crisi d’impresa” nel quale verranno analizzate tutte le novità relative alla disciplina della crisi di impresa e dell’insolvenza e saranno illustrati gli strumenti per il monitoraggio e la gestione della tesoreria aziendale.

L’appuntamento è il 7 Aprile 2020, registrati ora: https://alfagroup.it/webinar/webinar-crisi-dimpresa-allenati-al-cash-flow/

La nuova Disciplina della Crisi d’Impresa

Il nuovo Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, emanato in attuazione della Legge Delega 155/2017 (depositata in Gazzetta Ufficiale il 14 febbraio 2019), introduce la definizione di “stato di crisi” e sostituisce al termine “fallimento” l’espressione “liquidazione giudiziale”.

L’articolo 2 della nuova normativa definisce la crisi come “lo stato di difficoltà economico-finanziaria che rende probabile l’insolvenza del debitore, e che per le imprese si manifesta come inadeguatezza dei flussi di cassa prospettici a far fronte regolarmente alle obbligazioni pianificate”. L’insolvenza, la fase ultima dello stato di crisi dell’azienda, può, quindi, essere prevista e adeguatamente gestita se vengono colti ed identificati specifici segnali economici e finanziari.

L’obiettivo cardine della nuova disciplina della crisi d’impresa è responsabilizzare gli imprenditori, i creditori e gli organi di controllo verso una corretta gestione anticipata delle finanze aziendali.

La gran parte del testo della nuova normativa entrerà in vigore il 15 agosto 2020, salvo alcuni articoli e commi che, invece, sono in vigore dal 16 marzo 2019.

Per evitare lo stato di crisi e di insolvenza, le aziende devono aver nominato un organo di controllo interno entro il 15 Dicembre 2019 e provvedere ogni tre mesi al calcolo del DSCR (Debt Service Coverage Ratio) dei sei mesi successivi.

L’obbligo di nomina dell’organo di controllo interno spetta a tutte le aziende che abbiano superato uno dei seguenti requisiti negli ultimi due esercizi consecutivi: 4 Milioni di euro di fatturato, 20 dipendenti in forza o 4 Milioni di euro di attivo patrimoniale.

Il DSCR deriva da un budget di tesoreria, stilato dall’impresa, che attesti le entrate e le uscite finanziarie attese nei sei mesi successivi.


Quali sono i segnali di crisi?

Cosa significano “segnali di crisi” nella nuova disciplina crisi d’impresa? Si intendono anomalie di tipo finanziario, patrimoniale e reddituale. A titolo d’esempio, rientrano nei segnali di crisi i ritardi nei pagamenti ai creditori oppure l’esistenza di debiti scaduti verso i fornitori da almeno 120 giorni, che superino complessivamente l’ammontare dei debiti non scaduti. In sintesi, gli indici devono evidenziare che l’impresa, nello stato in cui si trova, non riuscirebbe a sostenere i debiti per i 6 mesi successivi.


Disciplina crisi d’impresa: il dovere dell’imprenditore soggettivo e collettivo

Secondo l’articolo 3 del Codice in esame, nel momento in cui tali segnali di crisi vengono identificati, all’imprenditore individuale spetta il dovere di “adottare e attivare uno degli strumenti previsti dall’ordinamento per il superamento della crisi e il recupero della continuità aziendale”. All’imprenditore collettivo viene, invece, chiesto di “adottare un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato”, per adottare le iniziative finalizzate alla risoluzione dello stato di crisi.


La procedura di allerta interna ed esterna

Una volta identificati i segnali di crisi, la nuova disciplina della crisi d’impresa identifica due tipologie di allerta: una “interna” e un’altra “esterna”. Nella fase interna, spetta all’organo di controllo interno, al revisore contabile o alla società di revisione l’onere di segnalare all’organo amministrativo la fase di allerta. La fase esterna prende forma se entro i successivi 60 giorni dalla segnalazione interna della fase di allerta non sono state attivate le misure idonee per il superamento dello stato di crisi. La fase di allerta viene quindi segnalata all’Organismo di composizione della crisi d’impresa (anche detto OCRI), che ha il compito di ricevere le segnalazioni e gestire la fase di allerta. L’OCRI dovrà convocare il debitore e i componenti degli organi di controllo della società e valutare se lo stato di crisi è effettivamente esistente e, in caso positivo, valutare le misure da adottare entro un termine ultimo. Lo stato di crisi potrebbe essere non confermato nel caso in cui, per esempio, l’organo di controllo o un professionista indipendente attestino l’esistenza di crediti d’imposta o di altri crediti verso le pubbliche amministrazioni per un ammontare che compensa i debiti in essere, determinando il mancato superamento delle soglie che hanno determinato lo stato di crisi aziendale.


Cosa rischia chi non segnala

La segnalazione dello stato di crisi è obbligatoria e, naturalmente, la nuova disciplina d’impresa ha previsto delle sanzioni per chi non adempie. Se fossero inadempienti gli organi di controllo della società in crisi, allora questi dovranno risarcire il danno causato alla società e ai creditori, poiché hanno aggravato il dissesto aziendale. Se a essere inadempiente, invece, fosse un credito qualificato (come l’Agenzia delle Entrate o un ente previdenziale), quest’ultimo perderebbe il suo stato privilegiato.

Le informazioni che possono rilevare la crisi di un’impresa risiedono nel software gestionale (es. SIGLA), nell’ERP Aziendale (es. SAP Business One) connessi con un software di gestione della tesoreria avanzata (es. DocFinance). I dati aziendali sono il valore indiscusso di ogni azienda sana perché permettono di anticipare i trend. Una funzionalità indiscussa di un ERP è la visione corretta del cash flow ed in alcuni casi, dove la tecnologia lo consenta, avere delle analisi predittive in grado di anticipare il trend. Oltre al flusso di cassa, è necessario prendere in considerazione anche i valori derivanti da attività di prevendita e post vendita che non hanno un risvolto contabile e di cassa immediato ma permettono di avere una visione estesa delle potenziali entrate o uscite nel caso in cui ci siano eventuali note di credito clienti per varie motivazioni indicate dal customer care.

In conclusione, le aziende moderne devono necessariamente avere un software ERP evoluto con un software di tesoreria avanzato per individuare eventuali trend negativi. Senza questi strumenti l’azienda avrà una gestione “a vista” e non analitica come richiede la nuova disciplina della crisi d’impresa.  Questo è possibile solo attraverso l’analisi dei dati della contabilità e dei flussi di cassa ma, in generale, è fondamentale dare più valore alle informazioni che sono presenti in tutte le aziende e devono essere contestualizzate e sfruttate pro-attivamente.

Vuoi approfondire il tema della “Crisi d’Impresa” e scoprire gli strumenti per il monitoraggio e la gestione della tesoreria aziendale?  Iscriviti al nostro webinar gratuito:

https://alfagroup.it/webinar/webinar-crisi-dimpresa-allenati-al-cash-flow/

Articolo a cura di DocFinance e Alfa Group